
La recente conversione in legge del decreto su cultura e sport prevede anche gli incentivi previsti dal bonus pubblicità. Si tratta di un provvedimento che dispone un credito di imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali effettuati da imprese (ma anche da lavoratori autonomi ed enti non commerciali) su quotidiani, periodici, emittenti televisive e radio locali, nella misura del 75 per cento del valore incrementale dei suddetti investimenti effettuati.
Per l’anno 2019 le comunicazioni per l’accesso al suddetto credito d’imposta andranno presentate dall’1 al 31 ottobre. Rispetto alle versioni passate, è stata rimossa la possibilità per le Pmi di usufruire di una maggiorazione sino al 90 per cento. Mentre la copertura degli oneri spetterà al Fondo per il Pluralismo e l’Innovazione dell’Informazione.
Per accedere all’incentivo, l’investimento in campagne pubblicitarie dovrà superare, in valore, di almeno l’1 per cento l’analogo effettuato nell’anno precedente sugli stessi mezzi di informazione, iscritte presso il Registro degli operatori di comunicazione. Sono invece escluse dal credito d’imposta le spese sostenute per altre forme di pubblicità che non riguardino l’editoria. Sono altresì esclusi dall’incentivo coloro che iniziano l’attività di campagna pubblicitaria nel corso del 2019.
Le spese rilevanti che concorrono a formare la base di calcolo dell’incremento devono essere considerate al netto delle spese accessorie, dunque è esclusa qualsiasi voce di costo diversa dall’acquisto dello spazio, anche se direttamente connessa.
In caso di superamento dell’ammontare dei crediti d’imposta rispetto alle risorse che saranno rese disponibili, sarà effettuata una ripartizione percentuale tra tutti i soggetti che hanno presentato la comunicazione telematica entro i termini previsti, il che potrebbe portare (come peraltro avvenuto nel 2018) ad una percentuale concessa inferiore al 75 per cento dichiarato.
Ultimo dettaglio, l’agevolazione viene concessa in base al regime “de minimis”, che esclude le imprese che hanno già usufruito del limite dei 200mila euro nel triennio.