Grazie al Decreto Crescita sono stati istituiti nuovi incentivi per la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese.
E si tratta di cifre importanti, considerato che includono progetti di digitalizzazione di importo pari almeno a 200.000 euro con contributi sino al 50 per cento delle spese ammissibili. Sono escluse però da questo provvedimento le cosiddette “nanoimprese” (con fatturati al di sotto dei 500.000 euro) e le grandi imprese.
I programmi di investimento considerati devono essere rivolti all’implementazione delle tecnologie abilitanti individuate nel Piano Impresa 4.0. Ci riferiamo allora all’Advanced Manufacturing Solutions, Addittive Manufacturing, Realtà Aumentata, Simulation, Integrazione Orizzontale e Verticale, Industrial Internet, Cloud, Cybersecuruty, Big Data e Analytics.
L’agevolazione ha una dotazione di 100 milioni di euro a valere sulle disponibilità del Fondo per la crescita sostenibile.
Una specifica va fatta per quelle imprese che operano in regime “de minimis”. Questo prevede che ogni singola impresa nel triennio possa ottenere massimo 200.000 euro. Totale che però non riguarda il singolo bando, ma tutti gli aiuti avuti con questa formula, e sono molte le agevolazioni a respiro regionale che adottano questa tipologia di formula.
Le imprese, optando per il regime “de minimis”, dovranno quindi dichiarare tutti gli aiuti ricevuti e chiedere un contributo massimo pari alla differenza tra quanto già ricevuto e il tetto massimo dei 200.000 euro.